Il lato fashion delle Marche: tutto quello che devi sapere sul distretto calzaturiero in Regione

Quando si parla delle Marche, tra le prime immagini relative alle sue eccellenze spiccano città d’arte come Urbino e panorami naturali straordinari come quelli che si possono ammirare nelle zone rivierasche.

Questa terra dal fascino antico ha anche un altro lato che merita di essere scoperto per farsi un’idea della sua vera essenza. Di cosa stiamo parlando? Di tutto quello che ruota attorno al distretto calzaturiero.

L’universo della produzione scarpe, dal lavoro che porta al prodotto finito fino al focus su dettagli come le suole, vede nella Regione in questione uno dei punti di riferimento più importanti in Italia.

Breve storia del distretto della calzatura nelle Marche

Il distretto calzaturiero marchigiano, che vede tra i suoi templi località come Sant’Elpidio al Mare e Monte San Giusto, ha una storia che, cosa che non sorprende, ha una storia che affonda le sue radici ormai diversi secoli fa.

Facciamo un salto indietro nel tempo attorno al 1870, periodo della seconda rivoluzione industriale. La data appena citata ha rappresentato uno spartiacque importantissimo per quelle che, allora, altro non erano che numerose piccole botteghe.

A cambiare le carte in tavola ci ha pensato l’invenzione della macchina che permetteva di cucire le tomaie. No, non si è trattata di una semplice innovazione tecnica. Quando la si chiama in causa, infatti, si può parlare di un vero e proprio terremoto sociale. Grazie alla sua introduzione, infatti, fu possibile ampliare il numero di addetti dell’industria in questione, dando di fatto il via all’impiego femminile nel settore.

A delineare in maniera ancora più chiara il cambiamento ci pensò, diversi decenni dopo, lo scoppio della grande guerra, durante la quale gli uomini erano impegnati al fronte e le donne, invece, in fabbrica per sostituirli.

Con il passare degli anni, le industrie calzaturiere marchigiane iniziarono a produrre scarpe dalla foggia sempre più moderna e, soprattutto, si focalizzarono su calzature facili da indossare nella vita di tutti i giorni e non solo in occasioni speciali come le feste e le serate di ballo.

La frammentazione produttiva e la prima crisi

Con la crescita del numero di fabbriche dedicate alla produzione di scarpe, prese il via un’effettiva frammentazione della filiera, con la nascita di fabbriche specializzate nella produzione di parti specifiche della calzatura, dalla tomaia fino alle già citate suole.

Con gli anni ‘90, che gettarono le basi per la globalizzazione, si aprì una prima crisi per il settore calzaturiero nelle Marche, periodo problematico causato soprattutto dalla concorrenza dei Paesi dell’est Europa.

A subire le conseguenze furono soprattutto molte PMI, che vennero letteralmente assorbite da grandi gruppi internazionali, depauperando un territorio unico nel suo genere di una ricchezza umana, economica e industriale senza eguali in Italia.

Il quadro attuale

Il quadro attuale si contraddistingue per una posizione di supremazia di Fermo nell’ambito dell’intero distretto. L’export delle aziende locali, ormai da anni, è infatti in continua crescita.

Sempre in merito alle ultime novità del distretto, non si può non chiamare in causa la recente ufficializzazione della collaborazione tra la Regione e Assocalzaturifici, una sinergia avente lo scopo di promuovere i prodotti del distretto a livello europeo attraverso l’influencer marketing.

Il primo step prevede l’arrivo nelle Marche di alcuni influencer famosi in Germania, che avranno modo, oltre che di visitare alcune aziende simbolo del distretto, anche di scoprire le più importanti eccellenze culinarie della Regione.

Dopo l’estate, nel mese di settembre, sarà la volta di un gruppo di influencer scandinavi.

A completamento della campagna, è possibile citare l’organizzazione di un evento di networking che si svolgerà a Bruxelles.

L’iniziativa arriva in un periodo in cui il distretto sta affrontando un’altra crisi importante, dovuta soprattutto all’impatto del caro materie prime.